Come è nata la Fondazione Cusani Onlus

Ottobre 2008, concerto a Santa Cecilia a Roma. Sul podio la sconosciuta (per me) orchestra venezuelana Simon Bolivar, direttore un altrettanto sconosciuto Gustavo Dudamel di 28 anni. Ma quando vedo entrare sul palco bambini di 10-12 anni il mio stupore cresce. L’orchestra di 120 elementi attacca la prima sinfonia di Gustav Mahler, la Titanica, esecuzione fantastica, trascinante. Poi nel secondo tempo gli orchestrali entrano con una giacca dai colori sgargianti, rosso, azzurro, giallo (quelli del Venezuela) insieme al direttore che subito attacca ritmi sudamericani. L’orchestra ondeggia sul palco, i ragazzi fanno la “hola” mentre suonano, poi si alzano e danzano suonando. Il pubblico di Santa Cecilia, a sorpresa non sonnecchiante quella sera, è in piedi e danza con l’orchestra. Il tempio della musica malamente definita “colta” sembra uno stadio di giovani con gruppo rock. Applausi scroscianti, pubblico in delirio!

Quel giorno scopro che la mia adorata musica classica, tanto elitaria in Italia, può essere musica allegra e trascinante, fatta da giovani e che si rivolge ai giovani che in Italia  si sono tristemente allontanati dalle sale di concerto. E così scopro, nel lontano Venezuela, un mondo a me sconosciuto che mi fa credere nuovamente nelle possibilità della musica classica di uscire dai teatri con stucchi dorati e velluti rossi e andare tra la gente. Scopro il progetto di Josè Abreu e subito creo con il mio gemello Sergio la Fondazione a nome di nostro padre Gabriele, appassionato di musica jazz suonata a orecchio e che a 8 anni ci aveva fatto studiare il pianoforte insieme a nostra sorella Fabrizia. Ma avevo continuato solo io e la musica non mi aveva più lasciato.

Mi convinco subito che la musica deve essere portata nelle scuole elementari, dove teoricamente dovrebbe già essere insegnata, ma nessuno lo fa. Nasce così il progetto LA MUSICA VA A SCUOLA e grazie a una serie di combinazioni (quando una cosa deve andare in porto), a novembre conosco il prof. Sasso, preside della scuola Basile, 640 bambini dai 3 a 11 anni, quartiere periferico di Torre Angela a Roma. Era pronto a portare la musica nella sua scuola, mi presento io, concludiamo subito, il 22 dicembre presentiamo il progetto ai genitori con un concerto nel teatro della parrocchia del quartiere.

A gennaio 2009 iniziamo l’insegnamento gratuito della musica con la propedeutica (lettura delle note, ritmo etc), il coro, poi le percussioni e il flauto. I risultati sociali sono eccellenti come risulta dall’osservatorio creato con le Università Tor Vergata e Roma Tre: la musica è un “toccasana” per i bambini, confermato dai genitori che nel saggio di giugno possono apprezzare anche i risultati musicali ottenuti in pochi mesi.

Ad aprile 2010 un’altra combinazione mi fa conoscere Mariangela Carante nata a Caracas, moglie dell’ex ambasciatore in Venezuela, alla quale racconto il mio progetto e mi presenta Mirian Gutierrez Sarpe, responsabile in Italia del Sistema Abreu, che mi invita a Caracas a visitare i “Nucleos” dove fanno musica trecentomila bambini.

A luglio in 10 giorni giro il Venezuela e scopro il progetto “rivoluzionario” di Josè Abreu che aveva usato la musica come veicolo sociale e in 35 anni aveva “salvato” da un futuro di violenza e delinquenza oltre DUE MILIONI di bambini che vivevano nei “barrios”, agglomerati di baracche accatastate sulle colline che circondano Caracas. Nella cittadina di Barquisimeto vedo le “manos blancas” una scuola per bambini sordo-muti che “cantano” con le mani ricoperte da guanti bianchi mentre di fianco bambini con handicap fisici di tutti i tipi, cantano la musica con la voce. Una scena struggente che fa capire quanto la musica può essere un’arma di riscatto sociale e umano per persone colpite duramente dal destino, ma mai sconfitte.

A Caracas conosco Gustavo Dudamel e vengo a sapere che nel 2000, a 22 anni, aveva diretto l’orchestra del teatro San Carlo di Napoli. Una cosa possibile solo con il rivoluzionario Sistema Abreu che fa suonare subito i bambini nell’orchestra. Gustavo aveva iniziato il violino a 4 anni  e quando a 12 anni il direttore d’orchestra tarda ad arrivare per la prova quotidiana, chiede di salire sul podio, comincia a dirigere con i gesti che da tanti anni vedeva fare al direttore. Questa opportunità e il suo talento, lo portano subito alla

scuola di direzione d’orchestra e quando nel 2000 è invitato a Napoli, dirigeva già da 10 anni ed aveva un repertorio per guidare l’importante orchestra del San Carlo.

Il viaggio a Caracas porta subito i risultati con l’inserimento nella scuola Basile degli archi (violini e violoncelli). A ottobre invito a Roma Susan Siman, tutor del Sistema venezuelano che avvia i 110 bambini delle prime elementare allo studio degli archi che con il coro, flauti e percussioni danno vita alle Orchestre Fratelli d’Italia. Il 22 dicembre 2010 c’è il primo concerto di Natale alla scuola Basile. Il Sistema Abreu è approdato in Italia e per la prima volta i bambini di una scuola elementare hanno formato ben quattro orchestre.

Ad aprile 2011 invito a Roma Luis Ibarra, altro tutor del Sistema Abreu,  che imposta in una settimana il programma del concerto che si terrà il 27 maggio al teatro di Tor Bella Monaca a Roma al quale i bambini della Basile avevano invitato il Presidente Napolitano per fargli ascoltare una esecuzione speciale dell’Inno d’Italia.

A inizio 2011 il maestro Claudio Abbado, da dieci anni sostenitore di Josè Abreu, ha creato ufficialmente il Sistema Italiano di Orchestre per divulgare la musica tra i bambini delle periferie disagiate perché possa aiutarli a diventare persone migliori. E la Fondazione Cusani Onlus è la prima e più grande realtà del Sistema Italiano.

A settembre 2011 i bambini che fanno musica a Roma diventano circa 2.300 in 4 scuole e alla fine dell’anno alla Fondazione arrivano richieste solo da Roma per altri 4.000 bambini, ma anche da Napoli, Milano, Trieste…..

ANEDDOTO

L’Orchestra della Discarica

Avevo pensato di portare la musica nella scuola dove c’erano i bambini in opposizione al sistema dei Conservatori dove i ragazzi devo andare alla musica. Ma non sapevo che qualche anno prima questa idea l’aveva avuta Henry Crespo, direttore ventottenne del nucleo di Maracai (a 200 km da Caracas) con 1.600 bambini. Me l’ha raccontata quando l’ho conosciuto nel mio viaggio in Venezuela, ma non era esattamente una scuola!

Un giorno Henry, andando fuori città, vide una discarica dove tanti bambini cercavano nella spazzatura cose da mangiare e oggetti da vendere per procurarsi il cibo. Fece dietrofront e dopo poco tornò alla discarica con un furgone pieno di strumenti e alcuni maestri di musica e insieme cominciarono a suonare. A poco a poco i bambini si avvicinarono, cominciarono a toccare gli strumenti, a tentare di suonarli imitando Luis e i maestri, a battere il ritmo che hanno nel sangue, a ballare. In breve scoppiò la festa. Luis promise che sarebbe tornato e il giorno dopo e si presentò puntuale con i maestri di musica, ragazzi giovanissimi che iniziarono a insegnare la musica a quei bambini formando l’orchestra della discarica. La musica era andata anche tra la spazzatura per attirare quei bambini e Henry, come un pifferaio magico, se li era portati pian piano nel nucleo dove mai sarebbero entrati perché apparteneva a un mondo lontano dal loro, cercatori di cibo tra i rifiuti.

Questa è la musica che unisce persone di qualsiasi razza e ceto sociale, perché è un linguaggio universale che porta gioia, armonia e pace. Così la musica può essere veicolo di formazione dei bambini che sono il futuro di una Nazione.

 

Roma, gennaio 2012