Il progetto L’Arte va a scuola è stato realizzato per la prima volta nel 2009 presso la scuola G.B. Basile di Torre Angela a Roma. Il progetto sperimentale svolto presso l’istituto ha dato risultati positivi, tanto per l’attenzione generale da parte di tutto lo staff scolastico, quanto per l’interesse generato da parte degli allievi nei confronti di un’attività artistica che riesce, nel complesso, ad unificare perfettamente divertimento e disciplina. L’Arte va a scuola è da considerarsi prima di tutto come un progetto di vita, dove l’interesse all’ordine, ai comportamenti solidali e alle relazioni umane si tramutano in fogli bianchi, colori e pennelli. L’insegnamento dell’arte ai bambini dovrebbe essere buona prassi in quanto è fondamentale che fin dalla più giovane età i vari istinti creativi siano stimolati proprio nel momento in cui l’immaginazione e la voglia di fare sono maggiori. L’estro creativo di ogni singolo bambino deve essere formato e indirizzato verso orizzonti definibili, permettendo all’arte di giocare un doppio ruolo nella vita del piccolo: quello di puro momento di divertimento da un lato e di formazione costante e guidata dei confini artistici ed esistenziali della persona dall’altro. Insegnare ai bambini a non colorare fuori dai contorni del disegno è una pratica che regola tanto le singole capacità artistiche, quanto quelle umane. Se il bambino impara a non oltrepassare con il colore il limite definito dalla traccia della matita sul foglio, si renderà maggiore la possibilità che lo stesso apprenda che nella vita ogni limite non può essere oltrepassato deliberatamente.
Fermo restando che l’eccessiva rigidità può limitare la creatività del singolo si è ritenuto utile non stringere troppo su regole tecniche specifiche di certi lavori, pratiche che comunque i bambini saranno in grado di apprendere più approfonditamente nel corso della loro maturità fisica e artistica. In questo senso si è preferito renderli liberi di interpretare secondo la spinta della propria mano un primo approccio al disegno proposto, per poi inserire gli insegnamenti in un secondo momento e permettere loro di comprendere la differenza tra le proporzioni, tra i colori primari e secondari, tra le luci e le ombre. Seguendo questo approccio è stato possibile coniugare libertà di espressione personale e tecnica artistica di base. In tal modo, senza forzare troppo il bambino, si crea una separazione tra ciò che è proprio e ciò che invece saranno in grado di definire come proprio solo in seguito. Insegnare arte significa anche fare apprendere le regole della socialità, del confrontarsi, dell’essere disponibili l’uno con l’altro, favorendo in tal modo anche l’integrazione tra i bambini di diverse nazionalità che nella scuola rappresentano in scala ridotta la realtà mista della società. Oltre allo scambio prodotto dalla visione dei lavori realizzati da e insieme ai compagni, la collaborazione tra i bambini viene aumentata dalla necessaria condivisione degli strumenti di lavoro. La tavolozza di colori posta al centro del banco diviene il fulcro della condivisione sociale. Tutto viene ricondotto in quel punto: usare insieme il colore per apprendere la reciprocità e l’unione nella vita di tutti i giorni.
La fase lavorativa che accompagna l’ora di disegno artistico è riassunta nella regola delle “3P”: passione, precisione e pulizia. Regole fondamentali di una buona prassi artistica. L’ordine nelle fasi di lavorazione è definibile come stimolo comportamentale per il rispetto delle regole, mentre la pulizia, curata nel particolare fin dalle prime ore di lavoro, rappresenta la considerazione per le cose altrui e proprie. Lavare il pennello alla fine di ogni lavoro insegna a prendersi cura delle cose che ci appartengono, riporre gli oggetti al loro posto consente ai bambini di organizzare il lavoro secondo un sistema che si ripete sempre o quasi allo stesso modo.
L’arte va a scuola è da considerarsi pertanto un progetto positivo per la crescita e la formazione dei più piccoli, poiché permette di individuare non solo fin da subito artisti dotati, ma anche la vera potenzialità del gruppo che si esprime nella gioia di vedere realizzato un proprio lavoro. La felicità e l’utilità del lavoro svolto durante l’anno viene confermata dalle reazioni postume dei bambini, il desiderio di riconoscere il proprio operato fra i tanti esposti per la mostra finale e la possibilità di comunicare agli altri con euforia le proprie capacità. Per loro è’ un lavoro degno di nota e di attenzione, che deve essere condiviso da chi gli sta più vicino. L’ora d’arte è quindi attesa con desiderio dai piccoli artisti, i quali sentono il bisogno di esprimere quotidianamente la propria creatività, ritenendo il tempo dedicato all’arte non un momento di svago ma un vero e proprio modo di esprimere loro stessi, desiderando costantemente di avere altri contatti con lo stupore e il piacere della scoperta.
Progetto Didattico
Imparare l’arte giocando e divertendosi perché l’arte è un linguaggio libero, ed ogni modalità espressiva ha il suo valore e i bambini dovrebbero essere liberi di esprimersi con tutti i colori dell’arte.
Il programma artistico è suddiviso in 3 punti per ogni fascia di età:
BAMBINI DI PRIMA FASCIA
-Disegno e libertà: i bambini presentano i loro disegni a tema libero o accordato con la massima libertà tecnica.
-Disegno tecnico: copia dal vero di lavori artistici molto semplici adatti all’età di 4 anni.
-Gioco e libertà: ascoltare canzoni, fiabe, storie e filastrocche, conducendo i bambini a raccontare le loro impressioni con il disegno e i colori.
BAMBINI DI SECONDA FASCIA
-Disegno e libertà: lavori a tema libero o accordato. Massima libertà tecnica e stilistica.
-Disegno tecnico: copia dal vero. Massima libertà ma accenno di alcune regole artistiche: le ombre e le misure.
-Arte e libertà: brevi accenni sull’arte contemporanea e i suoi aspetti.
PER TUTTI
-Laboratorio artistico Creare oggetti o situazioni con materiali molto facili e semplici da usare: cartoncini colorati, acquerelli, tempere, gessetti, das da modellare.
-Estemporanea Improvvisazioni artistiche fuori e all’interno della struttura scolastica.